Siamo andati a “visitare”
l'ospedale.. ed è stata un'esperienza davvero forte.
Un pediatra del Cuamm, C., ci ha
invitato a fare un giro. Siamo stati fortunati sia per l'occasione in
sé, sia per la guida che avevamo: un medico e un uomo davvero in
gamba con esperienza decennale in Africa.
L'ospedale di cui parliamo è quello di
Ipamba, a 1 km da dove siamo noi; qui lavorano, insieme a medici e
infermieri locali, i volontari del Cuamm. Premessa importante: questo
ospedale, rispetto agli ospedali governativi come ad esempio quello
di Iringa, è migliore in svariate cose.. dall'igiene al personale,
dalla disponibilità di farmaci, alle tempistiche di ricovero e di
intervento.
Abbiamo cominciato il giro dai
bambini... dai bimbi nati prematuri. Piccolissimi e bellissimi..
lettini non ce ne sono abbastanza, quindi erano in 4 o 5 in una
culletta. Uno era nato con insufficienza respiratoria ed era
attaccato all'ossigeno, in braccio della mamma (donne giovanissime!).
Tutti questi bimbi erano avvolti in duecento coperte, con cappelli di
lana giganti..quasi non li si vedeva! C. ne ha scoperto uno e sono
emerse delle manine grandi come una biglia...
Lasciata questa stanza (perchè erano
tutti in un'unica stanza..), C. ha aperto una porta sulla quale c'era
il disegno di un canguro, siamo entrati e abbiamo cominciato a
sudare! Era la stanza per il canguro, che in parole povere è
un'incubatrice naturale. Noi non la conoscevamo, ma in paesi come il
Tanzania è la più usata in caso di nascite premature. Sulle pareti
c'erano svariati disegni che spiegano alle madri come farlo e perchè
farlo. Praticamente la donna, appena ha partorito, per mantenere la
temperatura corporea del bimbo, deve metterlo fra i seni, disteso, a
contatto con la pelle nuda, deve avvolgerlo e legarselo a sé con
fasce e coperte e da quel momento deve vivere in simbiosi con lui
fino a quando non raggiunge il peso minimo di 1,8 kg. Tutto questo in
una stanza riscaldata in modo, per noi, insopportabile! Quando siamo
entrati c'erano due gemellini (grandi poco più di una mano)... e in
questo caso per fare il canguro c'era anche la nonna.. un bimbo a
testa. C. ci spiegava che era un caso fortunato perchè spesso le
donne arrivano da sole a partorire e in casi come questo la mamma
deve scegliere il bimbo che sembra essere nato più forte e l'altro
lo lascia morire...! Dato allarmante è che in generale in Tanzania,
come in molti altri paesi, quando nascono due gemelli, nel 90% dei
casi entro il primo anno di vita uno dei due muore.. per svariati
motivi: il latte non basta perchè la mamma è denutrita o
malnutrita, perchè se si usa il latte in polvere muoiono spesso di
diarrea, o semplicemente perchè la mamma già sa o pensa o crede che
ne sopravviverà uno solo..e quindi comincia a nutrirne uno solo!!
Pensare ai gemelli che conosciamo.. si ferma il respiro per un
attimo!
Le cause più frequenti di morte nei
primi 5 anni di vita sono: diarrea, Aids e polmonite. Sempre per lo
stesso motivo: ignoranza.
Le incubatrici non esistono non tanto
perchè non si potrebbe trovare qualcuno che le finanzi, ma perchè
non si riuscirebbe a mantenerle. Ci spiegava sempre il nostro mentore
che il problema maggiore è il personale: la scarsità numerica e la
preparazione inadeguata. Un'incubatrice avrebbe bisogno di costante
manutenzione, di igiene assoluta. Dopo ogni bimbo dovrebbe essere
pulita, sterilizzata, cambiati i filtri e tutto il resto.. e qui è
impensabile. Manca proprio la coscienza di questo. Manca la
competenza, non solo quella nozionistica, ma anche quella del buon
senso. Servirebbe un'infermiera che si occupi solo di quello, ma qui
questo concetto non esiste.
Questa è una cosa di cui abbiamo
parlato a lungo. In un ospedale è tutto accentuato ovviamente,
perchè si parla della vita delle persone, ma il problema più grosso
in Africa, in ogni campo, è l'istruzione, la conoscenza.
L'ignoranza è una piaga incolmabile che provoca il 95% dei problemi
di questo paese. C. ad esempio è in disaccordo con il motto di Gino
Strada che dice “tutti hanno diritto alle stesse cure”..
semplicemente perchè dice che è impossibile. Non siamo troppo
d'accordo sull'assolutezza di questo pensiero... però la base è
verissima: non sarà mai possibile avere un ospedale come i nostri
qui finchè non ci saranno infermieri e medici motivati, competenti e
costanti. Il problema più grosso, ci spiegavano, sono gli
infermieri: le scuole fanno schifo e loro appena hanno i soldi per
mangiare una settimana se ne vanno..quindi diventa anche difficile
formarli sul campo. Di medici competenti invece ce ne sono.. il
problema magari è che a quelli davvero bravi viene offerto un posto
in capitale e ciao ciao (problema diffuso!).
L'altra notte è saltata la corrente,
come succede molto spesso, e un bambino attaccato al respiratore è
morto perchè non hanno acceso il generatore in tempo; l'unica
persona che sa usarlo abita sui monti e (ovviamente!) non è arrivato
in tempo. Ma voglio dire, perchè non insegni ad usare sto cavolo di
generatore a più persone così eviti queste 'morti stupide'??
Siamo passati alla pediatria. Avete
presente le nostre pediatrie? Dimenticatele! Un unico stanzone pieno
di bambini malati di qualsiasi cosa. C'era un bimbo malato di tifo
vicino a una con la gamba rotta, uno morso da un serpente (con
braccio tumefatto,gonfio,pieno di bolle e incisioni) vicino ad una
bimbetta con diarrea acuta; in mezzo alla stanza c'era un bambino di
7 anni in coma per Aids (stanotte è morto), di fianco a lui un altro
più o memo della stessa età pieno di bolle che non si capiva
cos'avesse.... insomma, una scena impressionante. Una trentina di
bambini tutti insieme! C'era una puzza allucinante, quasi
insostenibile. Una cosa che ci ha molto colpito, ma che capiamo, è
il cinismo che medici come C. riescono a costrursi, probabilmente per
necessità! Il modo in cui parlavano della vita e della morte di quei
bambini... era sconvolgente (per noi). In tranquillità ci diceva che
probabilmente il giorno dopo metà di quelli sarebbero morti... come
se parlasse del menù della sua cena!! (comunque stanno costruendo
un nuovo reparto di pediatria in cui in teoria ci saranno stanze
separate almeno per le malattie infettive).
Pediatria |
Un'altra considerazione: il valore della vita, della nascita qui è opposto al nostro. Mentre da noi è quasi una cerimonia, un'avvenimento epocale.. se ne parla per mesi, si preparano cose, si pensa al nome, si chiamano amici e parenti.. in ospedale il padre assiste al parto, l'emozione è palpabile, c'è una gioia incontenibile per una vita che nasce (lo dico per esperienza recente della mia nipotina).... a volte quasi si esagera..... qui è l'opposto: nasce un bimbo e la maggior parte delle volte la madre è da sola, le si chiede che nome ha scelto e lei..'bo,decidete voi', la morte di un neonato è accettata quanto la sua nascita. Fa molta impressione. Non c'entra niente ma è da dire: le donne non urlano durante il parto!
Sala Parto |
Mentre eravamo in corridoio è arrivata
un'altra dottoressa del Cuamm che ci ha mostrato una foto che aveva
appena fatto ad una donna arrivata da poco in ospedale... aveva un
seno completamente mangiato dal calcinoma. Cose, dicevano, che da noi
si vedono solo nei manuali di medicina. Si è fermi alla medicina di
fine '800! ignoranza e pudore. Ignoranza da non riconoscere alcun
sintomo e quindi non farsi curare. Pudore di nascondere ciò che ti
rende brutta e menomata tanto da morirne...la prevenzione e la
conoscenza non esistono!
Con tono rassegnato il chirurgo dice: e
io che posso fare? E C. risponde: sperare che muoia in fretta.....
Post un po' pacco, per alcuni forse
banale perchè di queste cose se ne parla e si sa... ma vederle con i
propri occhi, ci ha lasciato un vuoto dentro pazzesco. Di cose da
dire ne avremmo a milioni, ma non serve!
Foto abbiamo avuto il coraggio di farne
molto poche.
Memo&Gigia
..come avete scritto, queste cose si sanno ma non si capiscono veramente finchè non si vivono.. grazie mille per la fortissima testimonianza..
RispondiEliminaRicky
mi associo al commento precedente.
RispondiEliminaGrazie per la pesante condivisione, siete degli occhi che conosciamo...
un abbraccio grande.
Gio