mercoledì 18 dicembre 2013

Tutti abbiamo diritto alle stesse cure (soldi permettendo!)

Siamo andati a “visitare” l'ospedale.. ed è stata un'esperienza davvero forte.
Un pediatra del Cuamm, C., ci ha invitato a fare un giro. Siamo stati fortunati sia per l'occasione in sé, sia per la guida che avevamo: un medico e un uomo davvero in gamba con esperienza decennale in Africa.
L'ospedale di cui parliamo è quello di Ipamba, a 1 km da dove siamo noi; qui lavorano, insieme a medici e infermieri locali, i volontari del Cuamm. Premessa importante: questo ospedale, rispetto agli ospedali governativi come ad esempio quello di Iringa, è migliore in svariate cose.. dall'igiene al personale, dalla disponibilità di farmaci, alle tempistiche di ricovero e di intervento.
Abbiamo cominciato il giro dai bambini... dai bimbi nati prematuri. Piccolissimi e bellissimi.. lettini non ce ne sono abbastanza, quindi erano in 4 o 5 in una culletta. Uno era nato con insufficienza respiratoria ed era attaccato all'ossigeno, in braccio della mamma (donne giovanissime!). Tutti questi bimbi erano avvolti in duecento coperte, con cappelli di lana giganti..quasi non li si vedeva! C. ne ha scoperto uno e sono emerse delle manine grandi come una biglia...
Lasciata questa stanza (perchè erano tutti in un'unica stanza..), C. ha aperto una porta sulla quale c'era il disegno di un canguro, siamo entrati e abbiamo cominciato a sudare! Era la stanza per il canguro, che in parole povere è un'incubatrice naturale. Noi non la conoscevamo, ma in paesi come il Tanzania è la più usata in caso di nascite premature. Sulle pareti c'erano svariati disegni che spiegano alle madri come farlo e perchè farlo. Praticamente la donna, appena ha partorito, per mantenere la temperatura corporea del bimbo, deve metterlo fra i seni, disteso, a contatto con la pelle nuda, deve avvolgerlo e legarselo a sé con fasce e coperte e da quel momento deve vivere in simbiosi con lui fino a quando non raggiunge il peso minimo di 1,8 kg. Tutto questo in una stanza riscaldata in modo, per noi, insopportabile! Quando siamo entrati c'erano due gemellini (grandi poco più di una mano)... e in questo caso per fare il canguro c'era anche la nonna.. un bimbo a testa. C. ci spiegava che era un caso fortunato perchè spesso le donne arrivano da sole a partorire e in casi come questo la mamma deve scegliere il bimbo che sembra essere nato più forte e l'altro lo lascia morire...! Dato allarmante è che in generale in Tanzania, come in molti altri paesi, quando nascono due gemelli, nel 90% dei casi entro il primo anno di vita uno dei due muore.. per svariati motivi: il latte non basta perchè la mamma è denutrita o malnutrita, perchè se si usa il latte in polvere muoiono spesso di diarrea, o semplicemente perchè la mamma già sa o pensa o crede che ne sopravviverà uno solo..e quindi comincia a nutrirne uno solo!! Pensare ai gemelli che conosciamo.. si ferma il respiro per un attimo!




Le cause più frequenti di morte nei primi 5 anni di vita sono: diarrea, Aids e polmonite. Sempre per lo stesso motivo: ignoranza.
Le incubatrici non esistono non tanto perchè non si potrebbe trovare qualcuno che le finanzi, ma perchè non si riuscirebbe a mantenerle. Ci spiegava sempre il nostro mentore che il problema maggiore è il personale: la scarsità numerica e la preparazione inadeguata. Un'incubatrice avrebbe bisogno di costante manutenzione, di igiene assoluta. Dopo ogni bimbo dovrebbe essere pulita, sterilizzata, cambiati i filtri e tutto il resto.. e qui è impensabile. Manca proprio la coscienza di questo. Manca la competenza, non solo quella nozionistica, ma anche quella del buon senso. Servirebbe un'infermiera che si occupi solo di quello, ma qui questo concetto non esiste.
Questa è una cosa di cui abbiamo parlato a lungo. In un ospedale è tutto accentuato ovviamente, perchè si parla della vita delle persone, ma il problema più grosso in Africa, in ogni campo, è l'istruzione, la conoscenza. L'ignoranza è una piaga incolmabile che provoca il 95% dei problemi di questo paese. C. ad esempio è in disaccordo con il motto di Gino Strada che dice “tutti hanno diritto alle stesse cure”.. semplicemente perchè dice che è impossibile. Non siamo troppo d'accordo sull'assolutezza di questo pensiero... però la base è verissima: non sarà mai possibile avere un ospedale come i nostri qui finchè non ci saranno infermieri e medici motivati, competenti e costanti. Il problema più grosso, ci spiegavano, sono gli infermieri: le scuole fanno schifo e loro appena hanno i soldi per mangiare una settimana se ne vanno..quindi diventa anche difficile formarli sul campo. Di medici competenti invece ce ne sono.. il problema magari è che a quelli davvero bravi viene offerto un posto in capitale e ciao ciao (problema diffuso!).
L'altra notte è saltata la corrente, come succede molto spesso, e un bambino attaccato al respiratore è morto perchè non hanno acceso il generatore in tempo; l'unica persona che sa usarlo abita sui monti e (ovviamente!) non è arrivato in tempo. Ma voglio dire, perchè non insegni ad usare sto cavolo di generatore a più persone così eviti queste 'morti stupide'??
Siamo passati alla pediatria. Avete presente le nostre pediatrie? Dimenticatele! Un unico stanzone pieno di bambini malati di qualsiasi cosa. C'era un bimbo malato di tifo vicino a una con la gamba rotta, uno morso da un serpente (con braccio tumefatto,gonfio,pieno di bolle e incisioni) vicino ad una bimbetta con diarrea acuta; in mezzo alla stanza c'era un bambino di 7 anni in coma per Aids (stanotte è morto), di fianco a lui un altro più o memo della stessa età pieno di bolle che non si capiva cos'avesse.... insomma, una scena impressionante. Una trentina di bambini tutti insieme! C'era una puzza allucinante, quasi insostenibile. Una cosa che ci ha molto colpito, ma che capiamo, è il cinismo che medici come C. riescono a costrursi, probabilmente per necessità! Il modo in cui parlavano della vita e della morte di quei bambini... era sconvolgente (per noi). In tranquillità ci diceva che probabilmente il giorno dopo metà di quelli sarebbero morti... come se parlasse del menù della sua cena!! (comunque stanno costruendo un nuovo reparto di pediatria in cui in teoria ci saranno stanze separate almeno per le malattie infettive).  

Pediatria

Un'altra considerazione: il valore della vita, della nascita qui è opposto al nostro. Mentre da noi è quasi una cerimonia, un'avvenimento epocale.. se ne parla per mesi, si preparano cose, si pensa al nome, si chiamano amici e parenti.. in ospedale il padre assiste al parto, l'emozione è palpabile, c'è una gioia incontenibile per una vita che nasce (lo dico per esperienza recente della mia nipotina).... a volte quasi si esagera..... qui è l'opposto: nasce un bimbo e la maggior parte delle volte la madre è da sola, le si chiede che nome ha scelto e lei..'bo,decidete voi', la morte di un neonato è accettata quanto la sua nascita. Fa molta impressione. Non c'entra niente ma è da dire: le donne non urlano durante il parto!  

Sala Parto

Mentre eravamo in corridoio è arrivata un'altra dottoressa del Cuamm che ci ha mostrato una foto che aveva appena fatto ad una donna arrivata da poco in ospedale... aveva un seno completamente mangiato dal calcinoma. Cose, dicevano, che da noi si vedono solo nei manuali di medicina. Si è fermi alla medicina di fine '800! ignoranza e pudore. Ignoranza da non riconoscere alcun sintomo e quindi non farsi curare. Pudore di nascondere ciò che ti rende brutta e menomata tanto da morirne...la prevenzione e la conoscenza non esistono!
Con tono rassegnato il chirurgo dice: e io che posso fare? E C. risponde: sperare che muoia in fretta.....

Post un po' pacco, per alcuni forse banale perchè di queste cose se ne parla e si sa... ma vederle con i propri occhi, ci ha lasciato un vuoto dentro pazzesco. Di cose da dire ne avremmo a milioni, ma non serve!
Foto abbiamo avuto il coraggio di farne molto poche.



Memo&Gigia

2 commenti:

  1. ..come avete scritto, queste cose si sanno ma non si capiscono veramente finchè non si vivono.. grazie mille per la fortissima testimonianza..

    Ricky

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  2. mi associo al commento precedente.
    Grazie per la pesante condivisione, siete degli occhi che conosciamo...
    un abbraccio grande.

    Gio

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