sabato 30 novembre 2013

NINI? (cosa?)

Cosa facciamo qui? Bella domanda.. la risposta più semplice sarebbe un po' di tutto.
Ma proviamo ad addentrarci.
Non siamo venuti qui con un progetto specifico ed unico da seguire per cinque mesi, ma con l'intenzione di dare una mano in ciò per cui c'è bisogno nei posti in cui sbarchiamo. Di cose da fare ce ne sono a migliaia ovunque.. quello che vorremmo fosse la nostra filosofia di quest'esperienza è: arriviamo in un posto, lo conosciamo, conosciamo le persone che ci vivono, ci facciamo conoscere, entriamo a fare parte della comunità-famiglia che ci accoglie..e nella quotidianità di ciò che viviamo ci rendiamo utili in ciò che possiamo e sappiamo fare.
Vedi in questi primi giorni: fare il pane, squartare una vacca intera arrivata come scorta di carne, fare la pizza per tutto l'orfanotrofio, dare una mano a spalare il letame nelle stalle, aiutare in orto (un orto enorme, ricky, ci sguazzeresti!), stare con i bimbi, aiutare a dare da mangiare ai più piccoletti e badare ai più grandi, andare in città a comprare arnesi vari o provviste, aggiustare le zanzariere delle finestre, lavare i piatti... ecc.
l'altra verità è che noi siamo qui anche per vedere,conoscere, imparare. Quindi vogliamo anche girare, vedere posti, scoprire la cultura.. in questi giorni infatti siamo andati più volte ad Iringa per girare la città e farci un'idea.
Siamo stati anche molto fortunati perchè abbiamo conosciuto Chiara e Stefano, una coppia più o meno della nostra età con cui abbiamo legato subito. Con loro abbiamo girato molto Iringa e abbiamo sperimentato posti per mangiare, modi di viaggiare e abbiamo condiviso belle giornate, il moccico dei bambini, le fantasie culinarie delle nostre terre e tante risate. Qualche giorno fa hanno lasciato lo Yatima per tornare in Italia. Asante sana (coco-banana) rafiki!





                                                                                                                                    Memo&Gigia

mercoledì 27 novembre 2013

WAPI? (dove?)

Eccoci qui..
Pronti a raccontare com'è cominciata quest'avventura!
Siamo qui già da un po' e senza dubbio ci sentiamo già a casa, ma ci sembra anche di essere appena arrivati perchè un ruolo definito dobbiamo ancora trovarlo.. pole pole (con calma, non c'è fretta,come dicono qua!).
Contestualizziamo il tutto: dopo un viaggio di tre giorni tra aereo,notte a Zurigo, aereo, notte a Dar Er Salaam, viaggio in bus di dieci ore circa... siamo arrivati a Tosamaganga! Villaggio a circa mezzora da Iringa, città situata nella zona degli altopiani centrali-meridionali del paese (1600 metri slm). Noi siamo ospitati nell'orfanotrofio (Watoto Yatima) gestito dalle suore teresine tanzaniane. Lo Yatima ospita una settantina di bimbi dai 0 ai 6 anni circa.. belli come il sole :). siamo molto vicini (10 min a piedi) dall'ospedale di Ipamba, ospedale molto grande in cui lavorano anche medici del Cuamm e volontari vari.
Iringa è una città splendida.. molto viva, abbastanza grande, in certe zone caotica, in altre più tranquilla. È piena di angoli da scoprire, di strade da percorrere, di facce curiose e risate sonanti. Ci sono negozietti in ogni dove, un mercato enorme di frutta e verdura che ti fa girare la testa per colori e profumi. La gente vende e compra molto la roba usata..nella maggior parte dei negozi si vedono cose (vestiti, scarpe, borse, zaini, apparecchi elettronici, cravatte, lenzuola, pentole, bacinelle, stoviglie, e chi più ne ha più ne metta..) usate, raffazzonate.. per le quali si contratta e si chiacchera mezzore! Tutto questo è davvero affascinante e trainante. È bellissimo girare per la città.. è piena di gente per la strada, piena di voci e di sguardi attenti. E noi siamo sempre i musungu o i wagheni (stranieri).. e per questo a volte ci trattano meglio, a volte ci alzano i prezzi, a volte ci ridono dietro, a volte si incantano a guardare la nostra pelle bianca, a volte cercano di comunicare in ogni modo, a volte si nascondono intimoriti.... in ogni caso l'incontro di culture diverse ha sempre un fascino particolarissimo che basterebbe a giustificare un viaggio! Magico!





                                                                                                                                         Memo&Gigia